Metro

Duncan Browne in particolare è stato un genio che si è spento troppo presto a causa di un cancro. Polistrumentista, nell’album suona tutte le chitarre, il basso, parte delle tastiere e si occupa di tutti gli arrangiamenti ed è accreditato come autore in quasi tutti i brani. Non c’è un solo brano brutto in tutto l’album, ma in particolare vorrei segnalare “Jade”, Black Lace Shoulder" e “Flame” oltre alla più famosa “Criminal World” reinterpretata da David Bowie nel suo album “Let’s Dance” (personalmente preferisco l’originale alla cover del “Duca Bianco”).
Le scarse vendite hanno portato ad un primo scioglimento della band da cui sono rinati con i soli Peter Godwin e Sean Lyons che si sono adeguati ad una new wave-pop-dance non particolarmente significativa. Il nostro Duncan Browne invece ha pubblicato da solista un paio di album in linea con il disco dei Metro: “The Wild Places” e “Streets of Fire” da cui si evince chi ha scritto il materiale precedente ed in cui probabilmente sono finiti i brani scartati dal primo disco per i limiti del vinile.
Nella mia discoteca ho sia i primi due album dei Metro che gli ultimi due di Duncan Browne come solista.
L’album Metro del 1976, a prescindere che sia sconosciuto ai più, è uno fra i miei cento dischi indispensabili.
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